ER DENTE DER PAPA

    Er Papa aveva un dolore puttano
A un dente maggellanico o ccanino;
E ppe sservisse d'un dentista fino,
Chiamò dda la Ritonna er ciarlatano.
    Subbito annò a Ppalazzo er Castellino
A vvede er dente guasto der zoprano;
E lo cacciò ccor un corpo de mano,
Mejjo che ffussi stato un zuccherino.
    Nostro Siggnore, o er Papa, ch'è ll'istesso,
Perch'è er padrone de tutta la ggente,
Nun vorze un cazzo fà gguardasse appresso:
    E disse: "Bravo! nun ciai fatto ggnente:
Ecchete scento ggnocchi; e ssin d'adesso
Te dichiaramo Cavajjer der dente."

           Roma, 19 gennaio 1833

Giuseppe Gioachino Belli, Sonetti

Il Sonetto letto dall'attore M.Mosetti

Dai versi in romanesco alla prosa in italiano

IL DENTE DEL PAPA

Il Papa aveva un dolore tremendo a un dente mascellare o canino; e per servirsi di un dentista esperto, chiamò dalla Rotonda il medico ambulante. Subito andò a Palazzo il Castellini a vedere il dente guasto del sovrano; e lo tolse con un colpo di mano, meglio che fosse stato uno zuccherino. Nostro Signore, o il Papa, che è lo stesso, perché è il padrone di tutta la gente, non volle un cazzo farsi guardare appresso: e disse: “Bravo! non ci hai fatto niente: eccoti cento scudi: e sin da adesso ti dichiariamo Cavaliere del dente.”

Dalle note del Belli

In Piazza della Rotonda si trovavano venditori e medici ambulanti definiti ciarlatani o cerretani perché i primi venivano dal paese dell'Umbria di Cerreto.
Castellini fu un abile chirurgo-dentista.
“Cavalieri del dente” erano detti a Roma coloro che si dilettano delle mense altrui.